Dott.ssa Valeria Rubino

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

Chi sono

Una piccola introduzione su di me

psicologo psicoterapeuta Palermo: Valeria Rubino

Dott.ssa Valeria Rubino

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

Ho conseguito la laurea in psicologia presso l'Università degli studi di Palermo nel 2005 e mi sono specializzata in psicoterapia cognitivo comportamentale presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cogniva SPC nel 2012. Sono iscritta all'albo degli psicologi della regione Sicilia con il numero 4734.

Da diversi anni svolgo la mia attività di psicologa e psicoterapeuta privatamente, ho inoltre a lungo collaborato con il laboratorio per i disturbi psicosomatici dell'U.S.L. 6 di Palermo. Fra le altre attività mi sono occupata di minori ricoverati presso comunità residenziali vittime di abuso o maltrattamento, di minori disabili e di formazione nella scuola primaria e secondaria.

Relativamente alla mia attività di psicoterapeuta, qui sotto sono descritte le mie

Principali Aree di intervento
  • 0
    LAUREA IN PSICOLOGIA
    UNIVERSITA' DI PALERMO



  • 0
    ESPERTO ESTERNO PSICOLOGO
    PROGRAMMA "SCREENING" - EDUCAZIONE ALLA SALUTE

    Istituto Comprensivo Scuola Materna Elementare e Media, Via F. Crispi 25, I – 98070, Castell’Umberto (Messina).

  • 0
    COLLABORAZIONE - PSICOLOGO
    AREA DI INTERVENTO: BULLISMO

    Ente pubblico: Osservatorio di area Messina Marine I.C. Di Vittorio


  • 0
    EDUCATORE PROFESSIONALE
    CASA FAMIGLIA “LA CULLA DI ALICE” PER BAMBINI DAI 0 AI 5 ANNI




  • 0
    COLLABORAZIONE RICERCA
    Rilevazione degli antecedenti relativi alla donazione d’organi post-mortem e valutazione dell’efficacia della campagna di comunicazione.

    Centro Regionale Trapianti - Regione Sicilia

  • 0
    CONSEGUIMENTO TITOLO ESPERTO DEL LAVORO DI COMUNITÀ

    ES associazione culturale per gli interventi di comunità & Università degli Studi di Palermo, cattedra di psicologia di comunità

  • 0
    PSICOLOGO
    PRESSO LABORATORIO DEI DISTURBI PSICOSOMATICI ASL 6 PALERMO



  • 0
    SPECIALIZZAZIONE IN PSICOTERAPIA
    SPC: SCUOLA DI PSICOTERAPIA COGNITIVA
    TITOLO: PSICOTERAPEUTA

    psicologo psicoterapeuta Palermo: SPC

  • 0
    DIVENTA MEMBRO DELLA
    SITCC - SOCIETA' ITALIANA DI TERAPIA COMPORTAMENTALE E COGNITIVA



  • 0
    ATTIVITA' CLINICA IN PSICOTERAPIA
    PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA
    STUDIO PRIVATO PALERMO
    CONSULENZA PSICOLOGICA ONLINE



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    Dott.ssa Valeria Rubino, Psicoterapeuta Psicologo Palermo
    Via Napoli, 50 Palermo, Italia 90133
    Phone: 3343218961

La Psicoterapia cognitiva

informazioni

La Psicoterapia cognitiva

La Psicoterapia cognitiva

COME NASCE

La psicoterapia cognitiva nasce e si sviluppa negli anni sessanta negli Stati Uniti in seguito al lavoro clinico di Aron T. Beck.

Durante le sedute di psicoterapia Beck si accorse che i pazienti presentavano dei flussi di pensieri negativi che sembravano essere direttamente responsabili delle loro emozioni dolorose. Pensò, dunque che un'analisi più approfondita di tali pensieri potesse portare a comprendere la sofferenza profonda dell'individuo. Sulla base di tali osservazioni Beck mise a punto un nuovo modello di intervento basato sulla riflessione cosciente sui propri pensieri e sulle proprie emozioni che fu chiamato Psicoterapia Cognitiva.

Alla base della psicoterapia Cognitiva c'è dunque la convinzione che le motivazioni della sofferenza individuale non vanno necessariamente ricercate nell'inconscio, ma che possono essere individuate tramite una riflessione conscia sui propri pensieri e sulle proprie emozioni ed esperienze.

La psicoterapia cognitiva può essere più genericamente indicata con la denominazione Terapia Cognitivo-Comportamentale in quanto ricorre spesso all'uso di tecniche di derivazione comportamentista.

Che cos'è la psicoterapia cognitiva

La Psicoterapia cognitiva

Che cos'è

La psicoterapia cognitiva si basa sul presupposto che vi è una stretta relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti e che i problemi emotivi sono influenzati da ciò che pensiamo e facciamo nel presente.

Per comprendere meglio facciamo un esempio: due ragazze entrano in un locale dove incontrano un vecchio amico comune che non le saluta. Una delle due molto seccata si gira dall'altro lato e lo ignora, l'altra gli si avvicina timidamente per andarlo a salutare. Cosa spiega questi due comportamenti opposti in risposta allo stesso stimolo? La differente reazione emotiva e comportamentale è determinata dall'interpretazione che le due ragazze fanno della situazione, quindi dai loro pensieri. Nel primo caso la ragazza pensa che l'amico sia in torto, prova un'emozione di rabbia e decide di comportarsi di conseguenza, la seconda ragazza pensa di essere in qualche modo responsabile del comportamento dell'amico, prova un sentimento di colpa e decide di verificare tale presunta mancanza.

Lo stesso evento, quindi, può portare ad emozioni e comportamenti differenti a seconda di come lo si interpreta. Questo spiega perché una stessa situazione-stimolo può provocare in soggetti diversi, o nello stesso soggetto in momenti differenti, due reazioni completamente opposte.

Ricerche scientifiche dimostrano che le persone cercano di dare un senso a ciò che le circonda e organizzano l'esperienza per non essere sopraffatte dalla grande quantità di stimoli a cui sono sottoposte ogni giorno.

Con il passare del tempo le varie interpretazioni portano ad alcuni convincimenti e apprendimenti, che possono essere più o meno aderenti alla realtà e più o meno funzionali al benessere della persona. Il modello cognitivo sostiene che ci sono tre livelli di cognizioni:

convinzioni profonde o schemi cognitivi;

convinzioni intermedie;

pensieri automatici.

Le convinzioni profonde (o schemi cognitivi) sono delle strutture interpretative di base con cui la persona rappresenta se stesso (schema di sé), gli altri (schema dell'altro) e le proprie relazioni (schema interpersonale). Uno schema cognitivo può essere, dunque, definito come una tendenza stabile ad attribuire un certo significato agli eventi. I contenuti degli schemi cognitivi vengono considerati come delle verità assolute. Questi pensieri sono, infatti, globali, rigidi e ipergeneralizzati rispetto alle altre forme di cognizione.

Le convinzioni intermedie sono costituite da opinioni (es. "È pericoloso mostrare i propri sentimenti!"), regole (es. "Devo apparire sempre forte e distaccato!") e assunzioni (es. "Se mi mostro debole gli altri si approfitteranno di me"!). Le convinzioni intermedie sono delle idee o interpretazioni su noi stessi, sugli altri e sul mondo che ci permettono di organizzare l'esperienza, prendere decisioni in tempi brevi e orientarci nelle relazioni con le altre persone.

I pensieri automatici, infine, sono delle parole, piccole frasi o immagini che attraversano la mente della persona ad un livello più superficiale (es. "Sarò sempre un fallito!"). Essi sono facilmente modificabili e sono direttamente responsabili delle emozioni provate dalla persona.

Secondo il modello cognitivo, le convinzioni profonde influenzano le convinzioni intermedie e quelle intermedie influenzano i pensieri automatici; questi, infine, interferiscono direttamente sullo stato emotivo della persona e sul suo comportamento.

Alcune volte le convinzioni che abbiamo su noi stessi, sugli altri o sul mondo possono essere disfunzionali, cioè possono distorcere la realtà delle cose, attivarsi in modo rigido indipendentemente dai contesti, generare pensieri automatici negativi che producono sofferenza. Di fronte ad una difficoltà una persona che ha uno schema come “sono un fallito” metterà in atto un comportamento coerente con tale schema “è inutile provare perché non sono in grado di risolvere il problema” ne consegue che la valutazione finale confermerà lo schema iniziale dando vita ad un circolo vizioso. Il modello cognitivo ipotizza che il pensiero distorto e disfunzionale sia comune a tutti i disturbi psicologici e che sia il responsabile del protrarsi delle emozioni dolorose e della sintomatologia del paziente. La terapia cognitiva si propone, dunque, di intervenire su tali strutture al fine di regolare le emozioni dolorose, interrompere i circoli viziosi che mantengono la sofferenza nel tempo e creare le condizioni per la soluzione del problema.

Studi scientifici hanno dimostrato l'efficacia della terapia cognitiva nel trattamento della maggior parte dei disturbi psicologici, tra cui la depressione maggiore, il disturbo di panico, la fobia sociale, il disturbo d'ansia generalizzato, il disturbo ossessivo-compulsivo, i disturbi dell'alimentazione, le psicosi.

Altre ricerche condotte sia a livello nazionale (es. Istituto Superiore della Sanità) che internazionale (es. Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno dimostrato che la psicoterapia cognitiva ha un'efficacia maggiore o pari agli psicofarmaci nella cura di molte patologie psichiatriche. Se paragonata agli psicofarmaci, inoltre, la terapia cognitiva risulta essere più utile nella prevenzione delle ricadute. In alcuni disturbi (es. disturbo bipolare, psicosi), tuttavia, il trattamento farmacologico continua ad essere indispensabile.

Come si svolge la terapia

La Psicoterapia cognitiva

Come si svolge la terapia

Dopo la prima fase di valutazione diagnostica, psicoterapeuta e paziente stabiliscono insieme quali sono gli obiettivi della terapia ed il piano terapeutico da adottare. Generalmente lo/la psicoterapeuta cognitivista interviene dapprima sui sintomi che, al momento, generano maggiore sofferenza poi sugli altri aspetti del disturbo.

Lo scopo della terapia è la risoluzione dei problemi attuali del paziente, lo/la psicoterapeuta pone, infatti, la sua attenzione su ciò che nel presente contribuisce a mantenere la sofferenza, pur considerando gli eventi passati e le esperienze infantili come utili fonti d'informazione circa l'origine e l'evoluzione dei sintomi.

Psicoterapeuta e paziente collaborano attivamente per capire il problema e sviluppare delle strategie adeguate al padroneggiamento della sofferenza generata dal disturbo. I due decidono l'argomento della seduta e lavorano per identificare, mettere in discussione e sostituire i pensieri disfunzionali che portano allo sviluppo dei problemi emotivi.

La terapia cognitiva fa uso di una serie di tecniche che servono a gestire gli stati emotivi dolorosi del paziente. Le tecniche che vengono utilizzate variano in base al tipo di problema presentato e alla fase della terapia.

Alcune di queste tecniche provengono da altri orientamenti; in modo particolare in terapia cognitiva si ricorre spesso all'uso di tecniche di derivazione comportamentista ed è per questo motivo che spesso si parla di terapia cognitivo-comportamentale.

Lo/la psicoterapeuta istruisce il paziente sulla natura del suo disturbo, sul processo della terapia e sulle tecniche cognitive e comportamentali. Il paziente, quindi, viene allenato a prendere consapevolezza del proprio funzionamento mentale e ad utilizzare le tecniche per gestire la propria sofferenza.

L'acquisizione delle abilità di gestione delle emozioni dolorose permette al soggetto di beneficiare del trattamento anche dopo la conclusione della terapia.

Lo/la psicoterapeuta cognitivista è attivamente impegnato nella conversazione con il paziente. Durante i colloqui, inoltre, utilizza una serie di procedure e tecniche al fine di individuare e modificare le convinzioni disfunzionali del paziente e di favorire nuove modalità di gestione della sofferenza. Lo/la psicoterapeuta sceglie la tecnica da usare in base alla natura del disturbo, alla fase della terapia, agli obiettivi terapeutici e a quanto la persona è motivata a cambiare.

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